Sarà interamente dedicato a Max Bruch, a cento anni dalla scomparsa, il prossimo appuntamento con I Solisti Aquilani e Musica per la città, in cartellone il 12 febbraio all’Auditorium del Parco, ore 18.00. Viola solista Gianluca Saggini.
Saggini si forma sotto la guida di Giusto Cappone (leggendaria Prima Viola dei Berliner Philahrmoniker di Karajan), Vladimir Mendelssohn e Wilfried Strehle.
Nel 1999 Riccardo Chailly lo sceglie quale Prima Viola dell’Orchestra Verdi di Milano. Da lì in poi cominciano le sue collaborazioni, come Prima Viola, con l’Orchestra del Teatro S. Carlo di Napoli, l’Orchestra dell’Arena di Verona, l’Orchestra del Teatro Regio di Parma, l’Orchestra “A. Toscanini”, L’Orchestra Regionale del Lazio, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, oltre a collaborazioni come concertino con l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e, in fila, con l’Orchestra Nazionale di S. Cecilia e l’Orchestra Filarmonica della Scala. E’ stato seconda viola dell’Orchestra Filarmonica Toscanini (poi Symphonica) di Lorin Maazel dalla sua fondazione al 2004, quando ha deciso di dedicare la sua vita al Quartetto e alla musica da camera. Dal 2004 è infatti il violista del Quartetto Bernini, con il quale svolge un’intensa attività concertistica in tutto il mondo.
Gianluca Saggini ha al suo attivo numerose incisioni discografiche e collaborazioni con concertisti quali C. Coin, G. Sollima, M. Brunello, V. Mendelssohn, B. Canino, R. Prosseda, A. Carbonare.
Dal 2014 è la Prima Viola dei Solisti Aquilani, con i quali si esibisce abitualmente anche in qualità di solista. Nel Novembre 2018 ha eseguito all’International Viola Congress di Rotterdam la Sinfonia Concertante KV364 di Mozart e, in prima assoluta, il completamento di Alessandro Solbiati della Sinfonia Concertante di Mozart per violino, viola, violoncello e orchestra.
E’ docente di Musica da Camera presso il Conservatorio di Cesena. Ha il privilegio di suonare una magnifica viola Giovanni & Francesco Grancino, Milano 1691.
L’omaggio a Bruch, esponente di un Romanticismo musicale fortemente ispirato ad una delle colonne portanti di questo movimento, cioè Felix Mendelssohn, si apre con la Serenata su melodie svedesi. A seguire la Romanza op. 85 per viola e archi. Il concerto si chiude sulle note dell’Ottetto in si bemolle maggiore, completato nel 1920, solo pochi mesi prima della morte del compositore. A seguito di questa morte andò perduto per oltre tre quarti di secolo. E’ solo dalla seconda metà degli anni Novanta che questo capolavoro è potuto rientrare nel repertorio cameristico per archi. Grazie anche al lavoro di recupero del musicologo american Thomas Woods.
Biglietti: intero 12 euro – ridotto 8 euro.